Descrizione
Chioggia, 2/4/2025 – Prima il sopralluogo in loco e poi una partecipata commissione consiliare per ragguagliare sullo stato dell’arte dei lavori in corso.
L’Oasi San Felice, tesoro storico e naturalistico di Chioggia al quale tutti siamo profondamente legati, è stata ieri al centro della giornata di lavori dell’Amministrazione comunale.
Presenti Mauro Armelao, Sindaco di Chioggia, il dott. Tommaso Colabufo, Direttore del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, Trentino alto Adige e Friuli Venezia Giulia, l’ingegner Valerio Volpe, Responsabile Ufficio Salvaguardia di Venezia Opere Marittime per il Veneto, la dott.ssa Patrizia Bidinotto del Consorzio Venezia Nuova e i tenici che si stanno occupando dell’intervento, l’incontro seguito alla visita dell’Osasi al Forte San Felice è stato l’occasione “per fare chiarezza, come ha spiegato il Sindaco Armelao, su quanto si sta facendo e quanto dobbiamo ancora da fare per l’Oasi San Felice, finora luogo inaccessibile ma che grazie agli interventi realizzati con i fondi per le opere compensative del Mose verrà riconsegnato alla città. E’ nostra intenzione affidare la manutenzione e gestione dell’area verde a Veneto Agricoltura. Come Amministrazione abbiamo già avviato delle interlocuzioni con l’Ente e a breve fisserò un incontro tecnico con tutti i soggetti coinvolti: Comune, Veneto Agricoltura, Regione del Veneto, Provveditorato e Demanio. Approfitto per rassicurare tutti i miei concittadini che sull’Oasi si sta intervenendo con professionalità e competenza. Aggiungo che abbiamo chiesto di predisporre l’allargamento del marciapiede che porta alla diga”.
Grazie agli oltre 7 milioni di euro messi a disposizione per le opere compensative del Mose si è potuto dare il via all’intervento sull’Oasi San Felice, lavori iniziati a febbraio 2025 e consegneranno l’Oasi alla città per il 2026.
Dott. Tommaso Colabufo, Direttore del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto: “L’intervento all’Oasi San Felice dimostra l'impegno del Ministero delle Infrastrutture e trasporti per tematiche fondamentali per la riqualificazione ambientale e per far sì che determinati siti vengano riconsegnati alla cittadinanza. I lavori sono stati affidati al Consorzio Venezia Nuova che a sua volta li ha affidati all'impresa consorziata Clodia. I lavori procedono secondo le previsioni”.
Ingegner Valerio volpe, Responsabile Ufficio Salvaguardia di Venezia Opere Marittime per il Veneto: “Il progetto rientra nel piano delle mitigazioni ambientali del sistema Mose e si integra con gli interventi di recupero progettati e in fase di realizzazione all'interno dell'ambito di Forte San Felice. Abbiamo una serie di cantieri aperti ai quali abbiamo sommato anche 2 cantieri finanziati direttamente al di fuori delle opere di compensazione. Si tratta del recupero della blockhaus e della polveriera veneziana, due interventi che verranno sicuramente conclusi entro la fine dell'anno. Il recupero dell'Oasi San Felice è un intervento voluto fortemente dall'Amministrazione comunale e dal sindaco, un'area che era completamente interclusa alla fruizione della popolazione e al termine dell'intervento l'area fruibile all’interno. Si tratta di 12 ettari di bosco sui quali sono in corso gli interventi seguiti dai tecnici esperti: architetto Luca Dotto e dott. Paolo Rigoni con al supervisione dell’arch. Adriano Raffael, direttore dei lavori”.
L’intervento
L'area dell'Oasi sarà completamente recintata e avrà 3 ingressi: est, ovest, sud. L'area si è formata tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale grazie ad una serie di accumuli di sabbia che nel tempo sono stati anche messi a coltivazioni, pascolo e che poi si sono rinaturalizzate. L'80% della superficie nel tempo si presentava come una boscaglia a struttura irregolare, con dominanza di specie esotiche invasive, pericolose per la conservazione della biodiversità. Gran parte della superficie dell'oasi era coperta da questa tipologia boschiva, con spazi che nel tempo si sono riempiti di rovo e di caprifoglio giapponese, soprattutto nella parte centrale dell'area, anche questa è una specie altamente invasiva.
L'obiettivo dell'opera di compensazione e di riqualificazione dell'area, oltre ad essere quello di rendere fruibile l'area, in prima battuta era la conservazione delle tipologie vegetali e degli habitat di interesse comunitario. L'habitat delle dune grigie e del pino domestico sono habitat prioritari. Il secondo obiettivo è l'eliminazione delle specie alloctone (aliene) per far sì di riprodurre quello che naturalmente dovrebbe nascere in quell'area, e quindi, ad esempio, bosco di leccio. Terzo obiettivo è quello di rendere la zona fruibile, tanto che sono stati predisposti dei percorsi di visita che per ora sono solo tracciati ma che poi verranno realizzati nel corso dei prossimi mesi.
Ad oggi sono state abbattute circa 800 piante (al termine dell’intervento si arriverà a circa un migliaio di piante abbattute) ma di fatto sono circa 1/3 rispetto alle 2.800 che erano previste nel progetto. Una volta entrati all’interno dell’Oasi ed eliminate le piante infestanti i tecnici si sono resi conto di cosa può essere salvaguardato. A fronte di questi abbattimenti il progetto prevede la messa a dimora di circa 4.900 lecci e 1.600 ornielli, oltre che altri 2.400 arbusti. Circa 4.000 sono già stati piantati. Verranno piantate anche 1.500 piante e altri 1.800 esemplari di arbusti con bacche che forniscono cibo a tanti esemplari di uccelli della zona. Saranno quindi molte di più le piante che verranno messe a dimora rispetto a quelle che sono state abbattute. Inoltre sono state lasciate in piedi tante piante perché si comportano da alberi habitat ovvero offrono delle nicchie di rifugio per l’avifauna come i pipistrelli. C'è stato un occhio attento anche alla fauna che popola questa zona. Con lo stesso spirito si affronterà l'ambito 3 quello che comprende il cordone dunale dove sono previsti degli interventi di ingegneria naturalistica. Anche qui verranno estirpate le specie alloctone cioè quelle invasive che tendono a prendere il sopravvento rispetto invece alle specie autoctone.
È prevista la realizzazione dell'ingresso est in modo che anche finito questo Intervento sia subito usufruibile l'Oasi anche se in seguito si cominceranno gli interventi di contorno per realizzare l'anello ciclopedonale, ora in fase di progetto. L’ingresso est verrà realizzato su via San Marco di fronte all'angolo del parcheggio dove verrà realizzata una piazzetta piantumata con un parcheggio delle biciclette e dei pannelli espositivi informativi sull'Oasi. Da qui sarà possibile accedere ed uscire all'area dell'Oasi. Nella parte del parcheggio nell'angolo nord-ovest, dove ora c’è il passaggio a piedi sulla dona, verrà realizzato un apposito passaggio pedonale in modo che dal parcheggio non servirà più scavalcare la duna.